Gennaio 25, 2018

L’ebraico attraverso i secoli: introduzione alla lingua biblica

Una panoramica sulla lingua ebraica, le sue caratteristiche e la sua evoluzione.

Due lingue, due mondi

Italiano

La lingua italiana un sistema di segni che chiamiamo lettere. L’insieme di queste lettere viene chiamato alfabeto.

Quando più lettere vengono unite si formano le parole, ed ogni parola ha il suo significato. Il significato, secondo il dizionario Treccani è “Il contenuto espressivo di qualsiasi mezzo di comunicazione (parole o frasi, gesti, segni grafici ecc.).” [1]

Nel nostro sistema linguistico, ogni parola ha un suo significato, cosa che non accade con le lettere.

Prendiamo, ad esempio, la parola “casa”. Se pronunciamo le quattro lettere insieme, allora assumono un significato. Non solo, ma a seconda del nostro vissuto, ognuno di noi assocerà a questa parola un significato personale ed un’immagine personale.

Se io vi chiedessi di pensare ad una casa e poi di descriverla, sono certo che avrei diverse raffigurazioni; ma la parola è sempre la stessa: C – A – S – A.

Ogni lingua, inoltre, ha la sua evoluzione.

Prendiamo come esempio il libro della Genesi nella versione Diodati (1607) e nuova Riveduta (1994)

Genesi 2:23

E Adamo disse: A questa volta pure ecco osso delle mie ossa, e carne della mia carne; costei sarà chiamata femmina d’uomo, conciossiachè costei sia stata tolta dall’uomo.

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Genesi 2:23

L'uomo disse: "Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall'uomo".

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Ebraico

La lingua ebraica primitiva, da cui deriva l’ebraico biblico e quello moderno, a differenza di quella italiana, non fonda la sua scrittura su un sistema di segni, che noi chiamiamo lettere, ma su quelli che vengono definiti pittogrammi.

La pittografia è una forma di scrittura in cui il segno grafico (detto pittogramma) rappresenta l’oggetto visto e non il suono usato per identificarlo (come invece avviene nelle scritture sillabiche, consonantiche ed alfabetiche). In pratica si tenta di riprodurre l’oggetto e non il suono. [2]

Proprio perché ogni pittogramma, o se preferite, ogni lettera, rappresenta un oggetto visivo, nella lingua ebraica ogni simbolo ha un suo significato specifico. Vedremo dopo i dettagli.

Come tutte le lingue, anche l’ebraico ha avuta una evoluzione attraverso i secoli.

Una lingua in evoluzione

Mentre la lingua italiana si è evoluta in quanto al modo di pronunciare le parole, ma i simboli utilizzati per scriverle sono rimasti identici, la lingua ebraica ha subito una vera e propria evoluzione, che ha portato ad un cambiamento vero e proprio nella scrittura.

Diventa difficile senza i giusti strumenti riuscire a risalire ai significati dei singoli pittogrammi dell’ebraico moderno.

Questa evoluzione della lingua ebraica è tutt’altro che facile da poter tracciare, ma possiamo individuare almeno quattro passi che hanno portato alla scrittura ebraica moderna.

1. Proto-sinaitico 1850 – 1550 AC

Appartengono a questa famiglia diverse forme di scrittura. In particolare, quella trovata in Canaan, viene chiamata Proto-cananea.

Scrittura ebraica proto-sinaitica Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Proto-Sinaitic_script
2. Paleo Ebraico, o Ebraico Biblico Arcaico X – V secolo AC

Si definisce comunemente alfabeto paleo-ebraico una variante dell’alfabeto fenicio. È la prima forma di scrittura della lingua ebraica, in uso dal X fino al V sec. a.C., adoperata per l’uso ufficiale (documenti e iscrizioni) e per l’uso religioso (trascrizione della Torah).

Viene anche chiamato Ebraico Biblico Arcaico. Da questa deriva l’alfabeto samaritano, che è attualmente in uso tra i samaritani.

Solo dopo l’esilio babilonese (539 a.C.), si iniziò progressivamente ad abbandonare la scrittura fenicia in favore di quella “ebraica quadrata”, definita così perché teoricamente ogni lettera ebraica si può scrivere all’interno di un quadrato. Inizialmente questa scrittura rimase più corsiva (vedi i testi di Qumran per esempio) e poi si evolse nei primi secoli d.C. fino ad arrivare a quella che conosciamo oggi, usata nelle Bibbie ebraiche.

Bibbia samaritana. Fonte: https://www.schoyencollection.com/bible-collection-foreword/hebrew-aramaic-bible/hebrew-bible-israel-ms-201
3. Ebraico Biblico

Utilizzato tra XIII e VI secolo AC, circa dall’ultima fase della monarchia all’esilio babilonese.

4. Tardo ebraico biblico

È quello utilizzato dopo l’esilio in Babilonia (587) e mostra influenze della lingua Aramaica sia nella scrittura che nel parlato.

Un esempio dell’evoluzione della lingua lo troviamo nel libro dei Giudici.

Giudici 12:5-6

5 I Galaaditi intercettarono i guadi del Giordano agli Efraimiti; e quando uno dei fuggiaschi d'Efraim diceva: "Lasciatemi passare", gli uomini di Galaad gli chiedevano: "Sei un Efraimita?" Se quello rispondeva: "No", i Galaaditi gli dicevano: 6 "Ebbene, di' Scibbolet"; e quello diceva: "Sibbolet", senza fare attenzione a pronunciare bene; allora lo afferravano e lo scannavano presso i guadi del Giordano. Perirono in quel tempo quarantaduemila Efraimiti.

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Una lingua che cambia senza cambiare

Questa evoluzione della lingua, in particolare della sua scrittura, ha portato nel tempo ad un arricchimento del numero di parole.

Proprio come l’italiano si è evoluto negli anni, e delle parole che prima esistevano oggi non sono più usate; allo stesso modo anche la lingua ebraica si è evoluta.

Tuttavia, una delle caratteristiche più importati legati alla Bibbia è che, nonostante la lingua si sia evoluta, i significati delle parole utilizzate rimangono gli stessi.

Il cambiamento dei significati o meglio, della relazione che c’è tra la parola – il concetto che esprime – e l’uomo, non è avvenuto tra un libro ed un altro, anche se possono essere stati scritti a secoli di distanza, ma tra un testamento e l’altro.

Ad esempio, se consideriamo la parola salvezza, o la parola santità, non è cambiato il loro significato all’interno della Bibbia ma è cambiata la relazione che c’è tra l’uomo e la salvezza, o tra l’uomo e la santità.

L’ebraico proto-sinaitico

Una chiave importante

Ogni lingua è strettamente legata alla cultura di coloro che la parlano. Ogni parola ebraica descrive un’azione che può essere vista nei viaggi nomadi degli ebrei attraverso la natura selvaggia.

Tutte le traduzioni moderne della Bibbia sono scritte da una prospettiva molto occidentalizzata e hanno cancellato la prospettiva originale ebraica, orientale, delle parole originali nel testo.

Don Ermis Segatti, sacerdoce e docente di “Teologia e Storia del Cristianesimo” presso la “Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale”, in un incontro con teologi del 6 Marzo 2016 a Milano dice:

Se non decodifichi, se non fai entrare in qualcosa che è diverso da te, inesorabilmente traduci quella lettura, di quel testo di un’altra tradizione, e la leggi secondo le regole della tua tradizione. Il senso letterale diviene far dire al testo quello che per te, nella tua cultura è evidente.

Genesi 24:1-4

1 Or Abraamo era diventato vecchio, d'età avanzata, e il SIGNORE lo aveva benedetto in ogni cosa.
2 Abraamo disse al più anziano dei servi di casa sua, che aveva il governo di tutti i suoi beni: "Metti la tua mano sotto la mia coscia 3 e io ti farò giurare per il SIGNORE, il Dio dei cieli e il Dio della terra, che tu non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei in mezzo ai quali abito; 4 ma andrai al mio paese, dai miei parenti, e vi prenderai una moglie per mio figlio, per Isacco".

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In una sua conferenza a Roma, presso l’Istituto Biblico Italiano, Jaques Elbaz, fondatore e presidente della “Facoltà di teologia di Gerusalemme”, spiega che in realtà il servo di Abraamo non mise la mano sotto la coscia ma sotto i genitali.

Nella cultura semitica infatti, quando si prestava giuramento si metteva la mano destra su qualcosa che era strettamente legato a ciò che si giurava.

In questo caso, poiché il servo si stava impegnando ad assicurare una discendenza ad Abraamo, mise la mano sotto i genitali: realizzando questo gesto comprenderà che ha la responsabilità di assicurare la discendenza della casa Abraamo.

La prima cosa importante quindi da tenere presente, è la cultura. Alcuni versi della Bibbia infatti possono essere compresi solamente conoscendo la cultura ebraica.

Genesi 2:1-9

1 Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l'esercito loro. 2 Il settimo giorno, Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta.
4 Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati.
Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, 5 non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra, e non c'era alcun uomo per coltivare il suolo; 6 ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo.
7 Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente.
8 Dio il SIGNORE piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l'uomo che aveva formato. 9 Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.

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Per noi occidentali, questo episodio ci parla solamente di un miracolo: la trasformazione dell’acqua in vino. Ed a volte ci si può anche chiedere cosa avesse di speciale un miracolo così importante.

Ma come si svolgevano i matrimoni nella comunità ebraica?

I matrimoni duravano sette giorni, ed ogni giorno c’era una sorta di brindisi fatto da un testimone. L’ultimo giorno della cerimonia era lo sposo a fare il brindisi, e con questa azione si sanciva la validità del matrimonio.

Mancando il vino lo sposo non poteva fare il brindisi; e senza quel brindisi, il matrimonio non sarebbe stato considerato valido.

Il primo miracolo di Gesù non è quindi solamente la trasformazione dell’acqua in vino, ma è l’accetto sull’importanza che ha il matrimonio e sul simbolismo che il matrimonio ha nel cristianesimo: noi, la chiesa, siamo la sposa di Cristo, ed è Gesù stesso che ha reso valido il nostro matrimonio, la nostra salvezza, brindando con il suo proprio sangue.

Caratteristiche fondamentali dell’ebraico proto-sinaitico

Nella nostra lingua, ad ogni lettera sono associate due caratteristiche:

  1. Forma
  2. Suono

Nell’ebraico antico invece, ad ogni lingua sono associate ben quattro caratteristiche

  1. Forma
  2. Suono
  3. Nome
  4. Significato

Forma

Ogni lettera è un’immagine che rappresenta qualcosa di concreto.

  • P ((peh) Rappresenta una bocca
  • [ (ayin) Rappresenta un occhio
  • M (mem) Rappresenta l’aqua
  • K (kaf) Rappresenta il palmo della mano

Ci sono alcuni pittogrammi che sono difficili da determinare. In questi casi, la conoscenza della cultura e dello stile di vita dei semiti ha aiutato a determinarne il significato.

Suono

Il suono del singolo pittogramma è determinato dalla prima lettera del pittogramma

Nome

Ogni pittogramma è associato, di solito, ad una sillaba di due consonanti. Dietro questa sillaba c’è il nome del pittogramma, che abbiamo visto essere il simbolo che rappresenta. Ad esempio, il pittogramma P è “peh” ed è anche la parola che in ebraico significa “bocca”.

Significato

Poiché ogni simbolo porta con sé un significato, abbiamo ogni parola, che è l’insieme dei simboli, ha due tipi di significati:

  1. Il significato associato all’intera parola; ad esempio, casa
  2. Il significato associato alla parola come insieme dei significati di ogni singolo simbolo; ad esempio C – A – S – A

Di conseguenze, ogni parola ha un significato legata ad essa ed un significato esteso, che è legato ai pittogrammi che formano la singola parola.

Bibliografia

[1] http://www.treccani.it/enciclopedia/significato/

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Pittografia

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